ASCOLTO DEL CORPO, ASTROLOGIA, MANCANZA, RESILIENZA, SINCRONICITA', SOFFERENZA E GUARIGIONE, TRANSITI PLANETARI, TRAUMI

RIFLESSIONI ASTROLOGICHE SUL RUOLO DI LILITH E CHIRONE NEI TRAUMI ACCIDENTALI

Relazione

Durante la mia attività di infermiera in pronto soccorso, nel rispetto della privacy, ho raccolto in forma anonima dati anagrafici di utenti traumatizzati con fratture. Ho focalizzato l’attenzione sui transiti planetari nel giorno dell’incidente per individuare un fattore comune in questi eventi. Una ricerca nata senza la presunzione di ottenere verità assolute perché conosco le variabili complesse dell’astrologia che si relaziona all’uomo, con il suo vissuto sociale e psicologico del tutto soggettivo. Tale raccolta dati manca però di un tassello importante, l’ora di nascita, un immenso buco nero che inquieta l’astrologo nel suo incedere a cuor sereno, ma non ho desistito, nella convinzione che questi dati mi avrebbero comunque portato a qualcosa. Il trauma che provoca una frattura nasce da un impatto ad alta intensità che di punto in bianco catapulta l’individuo nell’immobilità e sottintende una rielaborazione interiore del proprio schema corporeo. Le ossa rappresentano la struttura portante del nostro corpo e una frattura a tale livello interrompe una continuità del nostro solido sostegno, ma anche un’interruzione a livello energetico, emozionale tale da minare la sicurezza fisica e psichica. Pur essendo così vitale e geniale, il corpo è spesso dimenticato, un corpo di cui si abusa per gli enormi carichi nervosi e fisici a cui è sottoposto. A livello psicosomatico i traumi rappresentano un modo per ribellarsi a ciò che ci sta inibendo, un’energia che implode internamente ed esplode esternamente in quell’evento di cui noi siamo portatori originari col nostro pensiero emotivamente costipato e il cielo, coi suoi transiti planetari, in modo sincronico, simboleggia tale energia; da spettatori impotenti si diventa improvvisamente protagonisti senza copione, di cui si spera un lieto fine. La paura, l’angoscia, il senso di oppressione derivanti dalla mancanza di autonomia, dal dolore fisico porta in pochi minuti a toccare nervi scoperti nella sfera più intima e delicata di un individuo: la salute. Pian piano sale quella naturale diffidenza che si sviluppa quando inconsciamente si vuole salvare la pelle e non si può scegliere, né la modalità, né le persone a cui affidarsi; si diventa preda di se stessi, si passa dalla normalità alla paura, alla rigidità e in un “giorno qualunque”, ci capita tra capo e collo un evento che sconvolge tutti i piani, cambiano gli schemi, della quotidianità, in un contesto in cui ci si sente fragili e in balia degli eventi; ci si confronta con se stessi, col proprio senso di impotenza. Credo che quel giorno non sia un “giorno qualunque”, niente è casuale, ma tutto ha un significato che va oltre la realtà apparente con la precisa intenzione di comunicarci qualcosa. Il cielo ci sta parlando e rispecchia sincronicamente le nostre turbolenze interiori. Un evento traumatico è tale da scuotere la superficie corporea che inevitabilmente ci richiama dentro noi stessi; il corpo ora chiede di essere ascoltato, curato, di avere tempo per ripristinare l’equilibrio; accogliere, senza incrostazioni e resistenze, la tolleranza e la pazienza verso noi stessi, accettare di cambiare progetti, rivedere i percorsi e le relazioni col mondo esterno, ci è offerta simbolicamente una possibilità di crescita verso una maggiore presa di coscienza di noi stessi. Abituata a lavorare sia con le mie “mancanze” che con quelle degli utenti traumatizzati, in un “giorno qualunque”, sincronicamente mi è apparso in volo un filo conduttore tra Lilith e Chirone. Senza certezze sono arrivata a quei famosi spunti di riflessione che l’astrologia illumina, sprazzi di luce scintillanti che si manifestano nello spazio libero delle possibilità; questo è il fascino sfuggente dell’astrologia. Tra i pianeti legati ai traumi ho considerato: Marte con il suo impatto energico e violento; Saturno, elemento di rottura legato alla struttura ossea e alla privazione della funzione che ne deriva; Urano, elemento improvviso e destabilizzante; Nettuno, elemento di distrazione e confusione emotiva da gestire perché fuori controllo e poi lui Plutone che non manca di sottolineare il fondo di sofferenza a cui presiedono questi eventi e che richiedono necessariamente un’esperienza trasformativa. Fin da subito, nell’osservazione dei dati, i due protagonisti spesso presenti con transiti disarmonici ai pianeti suddetti risultavano Lilith e Chirone. Perché? Forse la risposta sta in quell’evento che rappresenta un punto di rottura, una mancanza da elaborare, una lezione da comprendere insita nell’evento stesso. Lilith come degna rappresentante di quella mancanza da affrontare, di quel vuoto enigmatico, di quell’ombra scura dell’anima che condiziona inconsciamente i nostri comportamenti; se Lilith resta rinchiusa al buio, in un angolo di dolore, inascoltato e non riconosciuto, allora può portare, veicolate dal vento, nuvole nere che oscurano il pensiero. Quella parte temibile di noi oppressa, muta, rinnegata dalla vergogna che urla la sua verità per essere ascoltata; negandola essa si ribella e grida prorompente i suoi istinti. Contenuti da tempo inascoltati che chiedono di essere compresi e accettati per poi riacquistare fiducia nel nostro potere perduto. Allora Lilith, attraverso un processo alchemico dell’anima, da demone ad angelo, è in grado di passare dall’ombra delle nostre paure, alla luce della Luna che, seppur nel buio, vede e illumina il nostro cammino. Poi c’è Chirone traumatizzato all’improvviso da una freccia e fa tesoro dell’esperienza vissuta sulla pelle; e col tempo il “diverso” impara, attraverso la sua vulnerabilità, ad accettarsi, a curare le sue ferite fino ad accedere a nuove, straordinarie conoscenze facendo perno su quel punto in cui giace, dormiente e vitale, la nostra resilienza, nonché quella capacità di superare la crisi con nuove forze rigenerate. Chirone che, come Lilith, sceglie la il suo destino rinunciando all’immortalità, per essere finalmente e completamente libero. Dopo aver vagato nei luoghi oscuri di Lilith, Chirone porta consapevolezza, laddove prima c’era il vuoto ora c’è la guarigione. Lilith e Chirone che dalla superficie ci trasportano in un profondo viaggio dentro noi stessi. Lilith e Chirone nei traumi accidentali quali contenuti possono esprimere? In aspetto a Marte indicano una carica aggressiva che porta ad un surplus energetico tale da scatenare eventi violenti; una rabbia che rivendica il proprio territorio, un grido di attacco per affermare il sé, verso ciò che blocca l’energia. Tale tensione può essere uno stimolo ad affrontare efficacemente le difficoltà, quel giusto grado di combattività vincente. Lilith e Chirone in aspetto a Saturno, colui che soffoca gli istinti, li reprime, li annulla nel silenzio e li sopporta fino alla lacerazione, da qui emerge un fermo alla nostra anima che si sta perdendo. L’impedimento può essere vissuto con frustrazione, non sentirsi all’altezza con indebolimento dell’autostima, a cui segue uno stato melanconico. A Saturno è affidato il compito ultimo di ritrovare la propria identità, la propria strada camminando soli, se necessario, perché fedeli a sé stessi, nello sviluppo di una maturità consapevole. Lilith e Chirone in aspetto ad Urano che può portare ad uno shock improvviso, un evento imprevedibile a cui seguono irrequietezza, crisi nervose, impazienza, un senso di instabilità che porta a rivedere modelli preconfezionati; si oppone al compromesso, ma necessario per stemperare l’intransigenza. Urano chiede coraggio nel sostenere e tollerare le nostre paure, e accedere così ad una coscienza superiore più libera. Lilith e Chirone che con Nettuno porta a vivere stati disordinati dell’essere, ansia e angosce senza riferimenti ed è facile perdere la rotta; un caos emotivo da riordinare che chiede aiuto e sperimenta l’empatia col personale sanitario, sensibilizza le nostre credenze e prende contatto col divino. Lilith e Chirone che in compagnia di Plutone ci spingono laggiù a brancolare nel buio, congelati dalla paura che non può essere dominata, tra ombre e tenebre, in cui occorre imparare tutto da capo. Ci può essere tormento, ossessione, depressione. Una sorta di disgregazione delle nostre sicurezze, un vuoto emotivo allo sbando che cerca collocazione. Si esplora il fondo di noi stessi e si reimpara a fidarsi del proprio sentire, si tocca con mano la volontà di agire, pur nelle nostre incertezze, via via riscoprendosi più forti e integrati di prima. Infine, quando Lilith e Chirone si incontrano, il dolore che ne sopravviene richiede un’elaborazione; ogni ferita è un’opportunità di crescita e di forza acquisita, grazie a quella risorsa segreta insita in noi, la resilienza, la quale ci aiuta ad adattarci e ad affrontare l’esperienza. Ora il significato non va più negato, ma accettato. Lei, Lilith la ribelle, che specchiandosi cerca invano la sua immagine e colma quel vuoto nella ricerca di sé stessa; e Chirone, il maestro, che dopo aver brancolato nei territori oscuri di cui Lilith è regina, trova la via della saggezza. Chirone soffre nel suo silenzio e Lilith soffre nella sua solitudine; entrambi portano ferite nell’anima, ma nella sofferenza trovano guarigione; allo stesso modo, attraverso il trauma, essi ci mettono in contatto con la sofferenza, ci mostrano il cammino della trasformazione e ci sintonizzano sulle frequenze della nostra anima. Un evento che ci obbliga a fermarci, a far emergere emozioni sommerse, a prendere coscienza delle scelte, se sono utili o meno alla nostra evoluzione interiore. Una presa di coscienza che ci riporta nel corpo, nel nostro sentire, nell’essere. Concludo qui questa riflessione che riconcilia parti di me nella quotidianità che pur avendo finalità diverse, mi appartengono e in casi come questi si incontrano e si completano con nuovi significati; significati che segretamente spero possano essere di stimolo per nuove ricerche future.

Vanessa Visani

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