marco pantani

IL VENTO CHE SUSSURAVA AL PIRATA

Soffia il vento degli dei sulla statua dedicata alla tua memoria, un vento che ti è sempre stato vicino, che ti fischiava all’orecchio, complice di tante fatiche e sudore, un vento in poppa che in poco tempo ti ha portato a conquistare il centro dell’Olimpo, quel posto al Sole, dove hai potuto toccare la vetta e godere della carezza di una brezza fresca e lieve; poi all’improvviso tutto crolla, quel posto è diventato scomodo, forse già occupato; vieni scelto come agnello sacrificale da quel mondo che ti aveva incoronato; nubi scure e pesanti sono apparse all’orizzonte, un vento forte ha cominciato a soffiare a tuo sfavore e ti ha spinto giù oltre gli abissi, sequestrato dalle tue sofferenze e dalle tue umane fragilità, muori solo, senza amore in un giorno dedicato all’amore, come un pirata abbandonato dal suo veliero e dai suoi marinai.

Un eroe che forse si è arreso alle ingiustizie della vita, al vuoto che sentiva dentro, ma non si è mai arreso alla fatica perché battezzato dallo stellium formato da Sole, Venere e Mercurio in Capricorno nella decima casa in trigono a Plutone, dunque simbolicamente rappresentato dalla capra tenace che attraversa le intemperie dell’inverno, sfida il ghiaccio e supera gli ostacoli per raggiungere la cima della montagna; rafforzato in modo legnoso da un ascendente Toro, con Saturno strettamente congiunto ad esso, determinato e tenace come la terra granitica che ti rappresenta, quella Terra che si pone degli obiettivi concreti, che suda, lavora e dona tutto se stessa per raggiungere la meta, ma se questa viene a mancare può subentrare in modo lento ed insidioso quel temperamento melanconico che, goccia dopo goccia, svuota l’anima e spegne il fuoco della tua Luna in Ariete.

Caro Marco, sappi che quel vento ancora parla di te e ancora vaga nostalgico alla ricerca di quel pirata e del suo veliero, un vento che conosce e non dimentica la passione purosangue della Romagna, quella che ti scaldava il petto e che gonfiava le tue vele al massimo. Il tuo popolo conosce il tuo valore, sei stato un esempio di determinazione e ferrea volontà

se puoi vincere devi farlo

L’uomo che non smette di crederci e più gli manca il fiato e più spinge forte sulla gamba, sempre di più; con quella roba lì si nasce e di ciò il cielo te ne renda merito, secondo quel principio primo di giustizia divina che regola i conti e rimette in equilibrio le cose.  

Ti abbiamo amato e continuiamo a farlo, oltre le ombre e lo squallore che sono stati gettati su di te, resti l’eroe di casa nostra e noi non dimentichiamo chi ci ha fatto sognare… qui da noi si usa così.

Vanessa Visani

L’ULTIMA SALITA – NOMADI
TEMA NATALE MARCO PANTANI

 

MONUMENTO MARCO PANTANI- CESENATICO

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